Amico mio, se vuoi essere intelligente, devi imparare a fare silenzio.
Ti dico questo perché ti amo e, quindi, voglio prendermi cura di te. Sappi che ogni uomo ha bisogno di silenzio e la mancanza di silenzio porta alla pazzia. Mentre mi leggi, cerca di riflettere sulle mie parole e imponi il silenzio alla tua mente, ai tuoi pensieri, fai scendere queste parole anche nel tuo cuore: non dare niente per scontato.
Le parole sono molto importanti, il dialogo è vita e amore. Ma anche le parole si consumano, si deteriorano e si perdono come quando si semina nel proprio terreno. Alcuni semi possono cadere al di là della terra fertile e restare lì per sempre, inutili. Chi parla sempre è simile a quelli che non smettono mai di mangiare e, ad un tratto, dovranno vomitare perché il nostro stomaco ha un limite: non vuole mai troppo, come tutto il nostro corpo, perché si guasta. Le parole sono importanti, ma devono essere un contenitore di significato. Sono come una casa che può essere bella esteriormente, ma vuota, spoglia o, molto peggio, distrutta al suo interno. Le parole sono lo strumento, ma il significato contenuto in esse è il loro tesoro. L’obiettivo è uno: ricostruire l’altro che è di fronte a te.
L’inverno è, ormai, alle porte, e anche la natura si ferma, si riposa. Si spoglia di se stessa per vestirsi di splendore in primavera. Molti animali vanno in letargo, per poi risvegliarsi più forti nella stagione calda. Tutti gli esseri umani hanno bisogno di riflettere e di meditare.
È un allenamento quotidiano, da fare in modo particolare alla sera: rivedere il bene che abbiamo fatto, per farlo meglio il giorno dopo e chiedere perdono del male fatto, per non farlo più. Tutti, ogni giorno, abbiamo bisogno, ed anche il dovere, di una revisione, quindi, accertare e controllare, ed eventualmente correggere o modificare noi stessi, per poter essere più felici il giorno dopo. Il male, il peccato, lasciano spazio solo all’infelicità che prende possesso di noi stessi e ci lascia più poveri, ma soprattutto falliti. Il bene, al contrario, ci riempie e ci fa sentire realizzati, è capace di polverizzare ogni forma di fallimento.
Parlare di meno, fare più silenzio e restare a meditare sono anche esercizi per creare una nuova strategia di vita. Anche gli sportivi professionisti di tanto in tanto vanno in “ritiro”. Si ritirano in luoghi scelti per allenarsi, per migliorare se stessi e studiare e stabilire nuove tecniche e strategie per vincere. Il termine “ ritiro” è una parola cattolica. Tutti ne abbiamo bisogno, anche coloro che pensano di essere atei. Fa bene a tutti e ci rende intelligenti.
Per questo, amico mio, voglio farti una proposta: vorrei prenderti per mano e accompagnarti, attraverso il silenzio, in un tempo di ritiro affinché tu possa entrare nel cuore di Dio e godere del Suo amore, l’unico che non ha limiti e non ha fine. Per i cattolici oggi è la prima domenica di Avvento ed è l’inizio del nuovo anno liturgico.
Oggi inizia un nuovo anno per te, quindi perché non ci ritiriamo per decidere insieme le strategie della felicità?
Non avere paura, non devi lasciare la tua casa né tua famiglia o, tantomeno, il tuo lavoro. Nulla di tutto questo. Ti seguirò in un ritiro personale nella tua vita, quella di tutti i giorni. Così potrai vivere questo Avvento preparandoti a tuffarti nell’amore di Dio che tutto guarisce, tutto consola e che spezza ogni catena. Sarà bello scoprire che anche la metropolitana, l’auto, la casa, il posto dove lavori, il tuo letto d’ospedale, la cella del tuo carcere potranno diventare il luogo sicuro, la tua Betlemme dove incontrare il vero uomo e il vero Dio: Gesù Cristo, l’Emmanuele, il Dio con noi!
Ti farò capire come nulla può diventare un ostacolo, ma tutto sarà strumento che ti aiuterà a vivere bene. Anche il frastuono delle auto e il grido dei bambini, o il dolore fisico, si rinnoveranno nel luogo per eccellenza dove Dio abiterà te. Dio desidera abitarti!
La parola Avvento ci rimanda alla parola avvenimento e l’avvenimento non è soltanto la nascita di Gesù 2000 anni fa, ma anche la voglia di Gesù di rinascere nella mangiatoia del tuo cuore, perché il vero presepe sei tu. Durante l’anno la Chiesa ci accompagna, prendendoci per mano, attraverso il tempo liturgico “ordinario” in cui ci fa scoprire e assaporare la vita pubblica di Gesù. La stessa Chiesa, nel tempo liturgico cosiddetto “forte”, ci fa sostare sugli avvenimenti più importanti e decisivi per la nostra salvezza. Proprio come questo tempo prima di Natale.
Allora, amico mio, cosa hai deciso? Vogliamo camminare insieme? Non posso dirti tutto ora.
Nel frattempo, appena puoi, trova una stanza segreta dove sostare in ginocchio un minuto per sussurrare a Dio: “Gesù, ti voglio incontrare. Entra dentro di me, voglio camminare con te e conoscerti di più. Aiutami ad assomigliarti ed è per questo che chiedo l’aiuto della Vergine Maria, colei che ti somiglia di più. Donami lo Spirito Santo che è Dio affinché io possa aprire il mio cuore a te. Amen!” Questa preghiera la puoi recitare in qualsiasi stanza della tua casa, foss’anche in bagno. Non è un problema. Recitala in auto, mentre cammini, o dovunque tu possa stare solo con te stesso, perché la stanza segreta sei tu, e anche a bocca chiusa puoi pronunciare queste parole: Gesù sarà lì, dentro di te, ad aspettarti e ascoltarti!
Nella misura in cui lascerai crescere in te il Verbo fatto uomo, diminuiranno le parole e crescerà lo spazio per l’Eternità! Abbandonati al silenzio, e quale che sia il luogo dove sei, troverai la pace.
Don Michele
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