Amico mio amato, ricordi quanto tempo trascorrevamo a leggere la Bibbia?
Ricordo la mia prima Bibbia, era verde. E ricordo come, a furia di sottolinearla, raddoppiò quasi il suo volume. Facevamo a gara per vedere chi ricordasse più i versetti, ma, soprattutto, assaporavamo la dolcezza di quella Parola che guariva, consolava, istruiva, formava e ci correggeva anche.
A volte percepivamo delle vere e proprie sferzate d’amore e sorridevamo, perché ci sentivamo scoperti da Dio, portati alla luce, smascherati. Era bello che proprio questo ci rendesse felici: perché io e te avevamo un grande desiderio di santità!
In questo tempo di ritiro e di silenzio, stai leggendo e meditando la Sua Parola? Siamo ormai nella seconda Domenica di Avvento. Oggi, presso gli altari di tutto il mondo, i sacerdoti accenderanno la seconda candela. Ogni candela sta ad indicare una Domenica e che, quindi, si avvicina il Natale. Ma la candela ci ricorda anche che Gesù è la Luce del mondo ed illumina i nostri passi.
La Sua parola, letta e interpretata bene, non a modo nostro, secondo le mode passeggere, ma rispettando la Tradizione della Chiesa, ci purifica. Ci priva di quelle incrostazioni che si sono formate in noi a causa della cultura o, meglio, subcultura, di questo momento storico. Ti ricordavo, poco fa, come la Parola di Dio ci “portava alla luce”. La parola educare significa proprio questo, “tirar fuori, portare alla luce”. Sta ad indicare il passaggio del bimbo dall’utero alla vita fuori di esso. Educare, quindi, significa passare dal buio alla luce; dal non sapere, al conoscere; dalla morte alla vita.
Mentre rifletto sul significato di questa espressione, cresce in me il desiderio di essere educato da Dio. Perché se Dio mi educa vuol dire che Egli esiste, che è vivo e soprattutto che mi ama, si prende cura di me, è interessato a me! E, dal momento che Egli è Dio ed è la somma Sapienza, non potrei sperare un bene migliore di questo: essere educato, allevato, da Lui.
La prima lettera di Giovanni, al capitolo quattro, ci dice che Dio è amore. E allora non posso che non temere alcun male perché la Sua pedagogia, cioè il Suo metodo e gli strumenti che usa per guidarmi, sono sempre per il mio bene e per la mia felicità. Poiché ricordo che io e te, in passato, ci siamo promessi di non restare mediocri, ma di vivere la vita di Fede con coraggio e grande amore, allora perché non chiediamo, in questa domenica di Avvento, di essere come delle candele? Ma non solo per il fatto che sanno illuminare. Vedi, la candela è umile! Per dare luce consuma essa stessa. La cera scompare e dà spazio solo alla luce. Così come Gesù che si è consumato per amore, per tutti noi, donandoci la vera Vita, la vita piena, che nessun altro può darci.
Per me questa è una grande verità e la voglio sottolineare con chiarezza: solo Gesù può dare gioia e pace. Solo Gesù ci può riempire e portare alla felicità! Non ci sono altre persone, o cose, ricchezze o, ancora, esperienze capaci di portare alla nostra piena realizzazione. Solo Gesù, vero Dio e vero uomo, può renderci pienamente uomini e donne felici.
Amico mio, la scorsa notte non riuscivo proprio a dormire, e, ad un certo punto, all’alba, sono crollato. In quel breve tempo di sonno profondo, ho sentito la parte più profonda di me invitarmi a ricordarti cosa dice il profeta Isaia, nel capitolo nove, a proposito di Gesù, il Messia che che doveva arrivare: lo chiama “principe della pace”. Quello che scrivo adesso non è frutto del mio ragionamento. Infatti, dormivo e sentivo quasi la mia coscienza dettarmi i pensieri che adesso voglio esporti perché erano rivolti anche a te.
Oggi, più che mai, dobbiamo chiedere il dono della pace. Purtroppo, però, pensiamo che la pace sia solo l’assenza di guerra e quindi preghiamo e invochiamo la pace solo quando ci sono venti di guerra. Abbiamo una visione troppo superficiale in questo tempo. La guerra è una conseguenza della mancanza di pace che già vive nell’essere umano da tempo e che sfocerà, prima o poi, in questa o quell’altra violenza.
Tutte le forme di violenza, come anche la guerra, sono conseguenza di questa assenza, un buco, un vuoto che è dentro di noi. Vuoto significa mancanza di una presenza. La pace non è uno stato o un sentimento. La stessa pace come assenza di guerra è conseguenza di una presenza. Mi spiego meglio. La guerra è dentro di noi. Tutti siamo nel bel mezzo di tanti e diversi tipi di guerre. Pensieri, emozioni, affetti, sessualità, e poi guerre interiori e con gli altri. Esistono migliaia di guerre che ci portiamo dietro e ci circondano, soprattutto nelle relazioni. La Parola di Dio ci insegna con certezza che Gesù è la pace, la vera pace.
Incontrare Gesù, credere in Lui, stare con Lui, ascoltarLo e imitarLo, sempre con il Suo aiuto, questo soltanto ci può dare pace. Perché mette dentro di noi non solo la pace, ma anche il desiderio di portarla e ci dà la forza di perdonare e di amare perfino coloro che ci hanno fatto soffrire.
Al telegiornale, ultimamente, ho sentito una grande eresia e nello stesso tempo una grande banalità, e cioè che Gesù non avrebbe perdonato Egli stesso quanti lo stavano torturando e poi ucciso, ma, avrebbe chiesto al Padre celeste di farlo. Ovviamente questa è un’affermazione falsa, e che indica una mancanza di conoscenza di Dio. Questo non può portare alla pace.
Se io ho Gesù, e il ritiro ha come obiettivo l’unione con il nostro Dio Gesù Cristo, allora questa presenza mi trasformerà in persona pacis. Cioè una persona completamente fatta di pace: una pace vivente. Non avere Gesù è già guerra. Non avere Gesù, che è la pace stessa, provoca in noi un malessere conscio e inconscio che prima o poi sfocerà in tutti quegli atti che indicano una mancanza di serenità.
La nostra interiorità entra in guerra anche se non ha mai sentito parlare di Gesù. La parte più profonda di noi stessi sa, infatti, che esiste un Qualcuno che può appagarci e che senza di Lui non siamo sereni. Per tale ragione vogliamo riempirci di cose e di persone diventando bulimici di amori, emozioni, ricchezze, dipendenze, relazioni etc. Tutti gli esseri umani, senza saperlo, desiderano Gesù. Il desiderio di felicità, come quello di pace, è scritto dentro di noi e il suo nome è Dio.
Caro amico prega per la tua pace e per la pace nel mondo affinché lo Spirito Santo possa ispirare tanti uomini e donne ad essere strumenti di un annuncio del Vangelo bello, chiaro, umile e potente!
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