È impossibile amare chi non conosciamo. Affinché ci sia l’amore, ci deve essere la conoscenza. Perché alla domanda “per quale ragione ami quella persona?”, devi saper rispondere con un discorso sensato. Non solo emotivo.
Non c’è amore senza conoscenza. Ci deve essere un motivo o più di uno. E ogni motivazione è frutto di caratteristiche che io conosco profondamente dell’altro grazie ad un dialogo quotidiano. E solo un certo punto si potrà affermare: “io amo, perché conosco”.
La via della conoscenza dell’altro è liberante. Perché anche se questi mi fa soffrire, ho delle motivazioni che mi portano ad un senso. Ad una ragione che mi fa affrontare tutto. Pensare di amare senza conoscere, significa vivere come dei preadolescenti che si innamorano guardandosi in faccia, guardando alla parte fisica, estetica. E basta. Ma l’amore è qualcosa di più. L’amore è andare in profondità.
Il cattolico deve avere un’amore intelligente, sempre. La parola intelligenza significa “leggere dentro”, “comprendere”. È importante leggerci dentro. Soprattutto in questo tempo in cui tutti vivono una grande solitudine. Perché non c’è nessuno che ti guarda dentro realmente. Ma com’è bello quando costruisci quella relazione capace di farti dire; “sì, tu mi hai capito”; “tu mi hai conosciuto”; “sono proprio così”. Invece noi viviamo nel tempo del grande fraintendimento.E questo provoca dolore. Perché?
Perché ci perdiamo. Perdiamo noi stessi, perdiamo la nostra immagine, perdiamo l’immagine degli altri. Ciò accade semplicemente per via del fatto che non abbiamo più un vero metro di misura. Una Verità che sta al di là di tutto e ci guida. E così i matrimoni crollano, le amicizie crollano, le comunità crollano. Oggi, tu puoi affermare di sapere chi è Dio?
Sai dirmi, cosa ama Dio? Quali sono i Suoi gusti? Conosci il carattere di Dio? Quali sono le parole che usa di più? E gli esempi che ritornano più di frequente? Come parla Gesù? Quando ci parla del perdono, come ne parla?
Quando ci parla dell’amore, come ne parla? Lo conosciamo veramente?
Sai, se non conosco Gesù, non posso conoscere me stesso. Se io non conosco Gesù, se non parlo con Lui, se non dialogo con Lui, mi perdo. Non saprò riconoscermi, mai! Sarò una persona confusa. E solo quando ho una relazione vera con Dio, saprò chi sono. Perché Dio mi restituisce a me stesso. E mi guarisce dalla visione che ho di me e che gli altri hanno costruito sulla mia persona.
Quanti hanno una vita rovinata perché hanno ascoltato parole di terzi che non erano illuminate da Dio. E quelle parole hanno aperto ferite in un’immagine completamente insanguinata dal giudizio senza luce che produce danni.
Come possiamo conoscere Dio? Come possiamo conoscere il Suo carattere? Ci sono delle cose che a Dio non piacciono? Certamente. Un primo passo dovrebbe essere riconoscere che Dio ama tutti, ma non ama tutto. Dio non può amare il male. Sembra una riflessione superficiale, ma è il primo passo per avvicinarsi veramente a Lui perché saprò mettermi in un rapporto vero.
Per conoscerLo devo passare attraverso la Sua parola. E costruire, attraverso anche la preghiera e i sacramenti, una relazione quotidiana. C’è una parte della vita di ognuno di noi che è nascosta. Ed è giusto che lo sia. Uno spazio dove gli altri non ci sono, ma dove non deve mancare Dio. Quella parte intima e privata deve sempre essere presentata a Dio. Non posso pretendere di custodire qualcosa che a Lui può non piacere e nel frattempo portare questa dimensione nella mia vita di cattolico. Ci saranno delle ripercussioni nella mia stessa esistenza, e in quella degli altri, terribili.
Anche la sfera più intima deve essere illuminata da Dio. Tutta la nostra vita, la nostra giornata, ciò che è nascosto, anche i nostri peccati, le stanze più buie, le ferite della nostra vita devono essere invase dalla luce di Dio. Ed ogni cosa riceverà il giusto nome da Cristo se presentata a Lui con onestà.
Questa è la conversione!
E solo allora, chi ti incontrerà, potrà dire: “tu sei diverso perché sei figlio di Dio e ti comporti come tale”.
Come faccio ad assomigliare a Dio, se non so come pensa? Imparo a capirLo se provo ad incontrarLo nel silenzio di ogni giorno. È sopratutto lì che devo cercare di conoscere Gesù. In un tempo della mia giornata lontano da tutto e tutti. In quel deserto che nel silenzio diventa il luogo della Parola. Luogo coltivabile, pieno di frutti.
Lui è l’unico che trasforma il deserto nel luogo della Parola, nello spazio in cui desideri essere. Tu che vorresti essere letto da qualcuno, amato profondamente, visto e non più invisibile, vai ad incontrarLo! Seguendo Dio, troverai la strada della Gioia. Ti dirà la verità.
Quando Dio chiama Giona ad essere Suo profeta, non ne non voleva sapere: aveva paura. Però deciderà di fidarsi di Dio, e quella decisione convertirà un Paese intero. Fidandosi, ha conosciuto veramente Dio e ha cambiato la sua vita e quella di tanti.
Tu hai deciso di frequentarLo, conoscerLo attraverso la Sua dottrina, i sacramenti, la Chiesa? Se resti all’aspetto superficiale, ti perderai. Ogni effetto svanirà. E soprattutto, perderai il motivo. Ognuno è nato per un motivo. Tu sei il motivo di Dio.
Vuoi fare in modo che gli altri possano avere il desiderio di Gesù?
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