Se la gioia fosse solo un sentimento, sarebbe, allora, una grande tristezza! Sarebbe una cosa per pochi, per quelli che se la possono permettere. Se la gioia fosse solo un sentimento o un’emozione, una parte dell’umanità del passato, del presente ed anche del futuro, rimarrebbe esclusa perché non tutti si possono permettere o possono vivere un sentimento di gioia. Un ammalato grave non riesce ad avere un sentimento di gioia. Una madre che perde un figlio, probabilmente, non sentirà più gioia.
Amico mio, quante volte io e te abbiamo sofferto per il Vangelo: il nostro cuore ha traboccato di gioia! Al contrario, quante volte, quando eravamo più giovani, siamo andati a feste eccezionali, eppure sentivamo il cuore triste perché lì mancava qualcosa?!
Siamo entrati nella terza Domenica di Avvento, quella che per noi cattolici è la Domenica della gioia. Il Vangelo secondo Giovanni ci ha promesso una gioia che il mondo non ci potrà mai togliere. Gesù ci promette una gioia traboccante, piena e la promette a tutti.
Gesù è l’unico che fa questo tipo di promessa, una promessa che coinvolge tutti, grandi e piccoli, uomini e donne. Una promessa anche per coloro che sono impediti a gioire a causa delle grandi prove che stanno vivendo. Questa di Gesù è la più grande delle rivoluzioni perché è una gioia che dona direttamente Lui. Non dipende da cose materiali o da eventi che, per semplici coincidenze, possono apportare un po’ di felicità nella nostra vita. Niente di tutto ciò.
Ricordi quando leggevamo la storia dei santi? Già nel mentre, tra una pagina e l’altra, veniva iniettata nelle nostre vene una quantità di gioia indicibile. Sai amico amico mio, la scorsa estate, con i miei miei giovani, al mare, durante il pomeriggio, leggevamo la storia dei santi. Trascorrevamo ore a leggere tutti insieme: mi sono reso conto dell’impatto fortissimo e positivo che quelle storie vere e straordinarie avevano su di loro. Era tangibile il loro desiderio di amare di più Gesù, si sentivano, giorno dopo giorno, sempre più pronti e spinti anche ad affrontare la sofferenza, il dolore, la prova.
Perché con Cristo la grande novità è che la gioia non è più un sentimento, ma la stessa persona di Gesù. E poiché Egli è accessibile a tutti, anche se non tutti gli aprono il cuore, vuol dire che la gioia è per tutti. Basta accettarLo e farLo entrare nella nostra vita. Ci coinvolgerà, ci travolgerà, ci avvolgerà Egli stesso e con il Suo amore.
Leggendo la storia dei santi, ho sempre notato che queste persone normali, normalissime, esattamente come me e te, erano semplicemente così innamorate di Gesù da esser pronte a vivere qualsiasi sacrificio pur di non perdere la Sua l’amicizia. Non smette di sorprendermi, ogni volta che ne leggo una, di notare come anche le sofferenze atroci nelle loro vite venissero trasformate in un grande e potente additivo d’amore. Le persecuzioni, le prove, le malattie e le sofferenze non diventavano mai un impedimento alla gioia, ma si trasformavano in uno strumento per raggiungerla. Chi, se non Gesù, può fare questo?
Che in questa terza Domenica di Avvento la parola di Dio e la Liturgia possano spingerci alla gioia. Se vissuti con autenticità, i momenti che la Chiesa ci offre, non ci potremo mai sentire presi in giro. Ma ci raggiungerà la rinnovata consapevolezza che se costruiamo su Cristo Gesù la nostra esistenza, essa sarà un’esistenza di gioia. Nonostante tutto.
La gioia è possedere Gesù ed essere posseduti da Lui. A che cosa serve guadagnare il mondo intero, se, poi, perdiamo la nostra anima? Cioè a che cosa serve possedere tutto e non avere la Vera Vita, la vera gioia?
Caro amico, ecco la domanda essenziale: se sapessimo con certezza di dover morire domani mattina e ci chiedessero, “qual è l’ultima cosa che vorresti?” Quale sarebbe il tuo ultimo desiderio?
Solo uno stupido chiederebbe soldi, ricchezze, cose o persone da possedere o avere in compagnia. La vera felicità dell’ultim’ora, dovrebbe essere chiedere la gioia Eterna, la vita Eterna, quel “per sempre” che solo Gesù può promettere.
La vita senza fine, la gioia senza fine, la felicità senza fine. E allora, oggi, e il giorno della nostra morte siamo concordi nel poter chiedere solo una cosa: possedere Gesù ed essere posseduti da lui.
Fallo, e riceverai la Gioia!
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