“Il mondo è in crisi!”
Questa è un’espressione che ho sentito tante volte. Ma può un mondo fatto di cose andare in crisi? Il significato della parola “crisi” è bello. Viene da molto lontano, e nella sua etimologia ha la parola ‘scelta’, ‘decisione’.
Può un albero scegliere? E una roccia? Quindi il mondo in se stesso non è in crisi. Perché ci sia crisi occorre ragione e l’essere umano è l’unico ad averla. Siamo gli unici che possiamo spiegarci. Siamo gli unici che possiamo auto analizzarci e analizzare gli altri e tutto quel che ci circonda.
Quando un bambino cresce e diventa adolescente comincia ad andare in ‘crisi’. Si tratta di un passaggio normale che, però, deve essere seguito e accompagnato con intelligenza, Prudenza e Sapienza, e magari con Fede, per non generare danni. Tutti gli esseri umani possono avere una crisi positiva che li porterà ad un miglioramento. Ma esistono anche crisi negative, o vissute male, che possono portare a tanta sofferenza o addirittura alla morte.
Oggi, non è il mondo ad essere in crisi, ma l’uomo. E dell’uomo ciò che è andato in crisi è la verità su se stesso. Siamo solo corpo in materia e quindi dobbiamo soddisfare tutto ciò che la carne ci fa desiderare per arrivare alla felicità? Oppure c’è qualcosa di più grande in noi che grida, che ha fame, e vuole essere ascoltata?
Sto parlando della nostra parte spirituale: quell’anima che, tante volte, lasciamo digiuna per anni al punto da ammalarci interiormente, mentalmente, emotivamente fino a quel consegnarci volontariamente alla morte fisica attraverso un atto insano, o provocando dolore a coloro che sono attorno a noi.
Non voglio approfondire questo aspetto, voglio solo dire che, nonostante questa crisi, che è anche di fede, molte persone, anche se a modo tutto loro, si avvicinano a Dio e intraprendono un cammino spirituale. Ci sono persone che cominciano a pregare e ad avere una relazione con Dio.
C’è stato un tempo in cui ad opporsi ad un cammino di Fede erano gli atei. Oggi, a puntare il dito sono “credenti” che pensano di essere “adulti nella Fede”. Mentre i santi – che sono coloro che, come si suol dire, “ce l’hanno fatta” e sono oggettivamente davanti a Dio godendo della Sua visione beatifica e quindi rappresentano una certezza per noi -, non parlano mai di “fede adulta”, ma al contrario ci chiedono di essere come i bambini nelle mani di Dio. Mi è capitato tante volte di sentire “gente adulta nella fede” criticare altre persone che pregano con il cuore: occhi chiusi mentre si prega, mani alzate, canti semplici che descrivono la relazione diretta con Gesù. Tutto questo viene sintetizzato con una parola, con un’accusa precisa: sentimentalismo, o eccesso di emotività!
La prima riflessione che mi viene alla mente è che i sentimenti, e le emozioni, non si comprano al supermercato, ma sono un dono di Dio: noi nasciamo con emozioni e sentimenti. E certamente devono essere sempre purificati, accompagnati e corretti con la ragione per poter dare frutti buoni – perché senza frutti non ha senso niente!
Quando leggo la storia dei santi mi convinco come siano il più grande elettroshock capace di riportare alla verità e alla semplicità, cancellando tante forme di stupidità figlie di ideologie che tentano sempre di riemergere. Santa Teresa Benedetta della Croce, al secolo Edith Stein, una giovane ebrea, professoressa di filosofia molto nota, poi atea, si trovò a leggere in una notte la vita di Santa Teresa D’Avila. Concluso il libro disse: “questa è la verità”. Senza aspettare, il giorno dopo, era già con un sacerdote, partecipava per la prima volta alla Santa messa, si fece battezzare, divenne cattolica e poi suora di clausura, carmelitana scalza. Morirà uccisa in un campo di concentramento del nazionalsocialismo, ad Auschwitz. Questo è sentimentalismo?!
Tutti i santi pensano, dicono e fanno cose che solo gli innamorati possono fare. Sono innamorati di un Dio che non vedono (beh, qualcuno lo vede!), fanno cose che dall’esterno possono sembrare emotivamente disturbate, cose che alcuni “cristiani adulti” non farebbero mai! Chi ama Dio, vuole amare Dio, non essere amato dal mondo!
E allora che aiuto possiamo dare a coloro che vengono accusati di avere una Fede troppo sentimentale? Riflettendo, penso che l’unico modo, l’unica prova che può certificare la nostra Fede sono il dolore e le tribolazioni della vita. Perché se a una persona, che è solita cantare con le braccia allargate a Dio, chiudere gli occhi in preghiera, parlare sempre di Gesù, fare delle penitenze e preghiere dolci, un giorno le muore un figlio giovane e la sua Fede non crolla, ma continua perfino a danzare quando si canta a Dio, a fare carità, perdonare, amare gli altri, nonostante il cuore spezzato, il dolore che non passa e la mente ferita, allora vuol dire che questa persona ha la vera Fede!!
A volte accade che proprio quelli che si sentono più adulti nella fede, e accusano i “piccoli”, sono proprio essi stessi a nascondere menzogne, doppiezza di vita, problemi affettivi e sessuali. E sono i primi che ricorrono a vendette calunnie pur di avere un potere: non è forse questo il vero sentimentalismo? Dobbiamo essere molto attenti. Ogni essere umano è sacro e quindi la fede dell’altro va toccata con delicatezza e sapienza. Sarebbe, infatti, un vero problema scoprire che stiamo parlando male di una persona pensando di far bene, mentre, invece, stiamo toccando un’anima amica di Dio.
Tutti vivremo delle prove, anche molto dure, nella nostra vita. Tanti già le hanno vissute, altri le vivranno. Toccherà a tutti, nessuno escluso.
Non sarebbe meglio, allora, essere come bambini e chiedere l’aiuto di papà Dio e della nostra mamma la Vergine Maria, già da ora, per rimanere in piedi nei test della vita?
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