La tua dimora. Come pregare senza perdersi

La tua dimora. Come pregare senza perdersi

La casa è un’invenzione di Dio.
Avere una dimora significa avere un’identità, ma soprattutto un rifugio, un luogo dove poter esser te stesso. La casa è simbolo, forse per eccellenza, dell’affetto. Dove ci sono cose, spazi, prospettive e persone che ami. È il luogo del silenzio, dove ritrovi te stesso: spazio appartato dove gli altri non possono venire, e non devono venire, se non invitati.
La casa è il luogo dell’amore, quello della fantasia. Puoi, infatti, arredarla come vuoi, dargli i colori che desideri. Tutto ciò che è in casa tua, parla di te!
Chiunque deve comprare, o prendere in affitto, una casa, vorrebbe una stanza solo per sé.
Un posto del tutto personale, dove poter studiare, leggere, piangere, scrivere, amare, dipingere.
Quella stanza segreta che tutti vorremmo avere è il luogo più vero di noi; quasi coincide con noi stessi.
Anche se non è per tutti avere la casa dei propri sogni, quel desiderio appartiene alla parte più profonda di ognuno. Perché rappresenta il luogo dell’intimità, dove la verità rifiuta ogni forma di menzogna. Dove non è possibile portare maschere e i nemici non ci sono. Dove riscoprire chi si è realmente.
Quando si pensa ad una casa così, lo si fa immaginando sempre che sia fuori da noi stessi. Siamo soliti pensare di vivere ed entrare in una casa. Purtroppo, molto raramente ci hanno insegnato a ragionare sul fatto che ognuno di noi può essere una dimora.
Il nostro corpo è fatto come una casa: c’è una struttura esterna e ed anche un arredamento interno, – il nostro cuore, il

cervello, i polmoni eccetera. Anche noi possiamo accogliere. Nasciamo con questa predisposizione, tutti.
Anche se la donna è il segno più alto di questa accoglienza. Quando è incinta, persino quando ancora non lo sa, il suo corpo cambia, si amplia, prepara la stanza per il nuovo ospite: il bambino.
Allo stesso tempo, le braccia di un uomo possono essere casa ogni volta che abbraccia qualcuno con forza per consolare, dare protezione, perdonare, condividere una gioia, amare.
Ogni essere umano è a casa ogni volta che ama.
Mi sorprende, mi meraviglia e mi dà gioia pensare alla gravidanza. Soprattutto come avviene una gravidanza. Mi piace insegnare sempre, soprattutto ai giovani, che il nostro corpo contiene la Scienza, siamo perfetti: in ognuno di noi c’è un ordine logico, intelligente. Quando si pensa all’essere umano è impossibile non pensare ad un architetto che si è dedicato ad una creazione perfetta: Dio!
Eppure nella gravidanza c’è una cosa che non mi pare logica a mio parere. Questo architetto, quando ha pensato di costruire la propria casa, che è ognuno di noi, ci ha creati certamente con tanta sapienza, ma anche con una punta di illogicità. E la risposta è solo una: ci ha creati e con un’esplosione d’amore. Vi spiego cosa intendo dire e, soprattutto, cosa c’entra tutto questo con la preghiera.
Dopo pochi giorni che il seme maschile feconda l’ovulo della donna, la prima cosa che si forma del bimbo è il cuore. E mi piace ripetere, ancora, come nella Bibbia la parola “cuore” sia ripetuta quasi mille volte.

Tornando a noi. Dicevamo, la prima cosa che si forma è il cuore. E perché non il cervello che è ciò che comanda tutto il corpo? Perché non lo scheletro che ci tiene in piedi?
A che serve un cuore senza cervello? A che serve un cuore che batte se non ci sono muscoli e il resto del corpo non è formato? Il cuore non deve dare ossigeno a tutto il corpo? A che serve un cuore senza corpo? Com’è possibile che questo grande architetto ha pensato di creare un casa cominciando dall’interno?
È come se noi volessimo costruire una casa in montagna partendo dalla camera da letto o dal soggiorno. Sarà anche la stanza più bella, ma se piove?
Cosa accadrebbe se costruissimo una casa cominciando dall’arredamento interno per poi passare a costruire pilastri, solai, tetti eccetera? Sarebbe una cosa illogica. A meno che questo architetto non abbia talmente tanti soldi da voler scommettere di investire tutto su ciò che ama.
È tale il desiderio di avere quella stanza segreta, quella che lo rappresenti, dove poter amare la persona amata, da volerla costruire subito, senza aspettare. Ha più desiderio di quella stanza, che del resto della casa.
Solo un atto d’amore può spiegare la creazione dell’essere umano partendo dal cuore!
E se il nostro cuore fosse la stanza segreta, la stanza dell’amore del nostro Dio? Se il cuore mi rappresenta, se il cuore sono io, se è la parte più intima di me stesso e la mia essenza, forse vuol dire che Dio si sta preparando la Sua dimora? Quindi sono io la casa di Dio!
Sei tu la casa di Dio!

Nel Vangelo secondo Matteo c’è scritto che Gesù fa una precisa raccomandazione: quando devi pregare, entra nella tua stanza segreta, chiudi la porta e il padre che vede nel segreto ti ricompenserà.
È Gesù stesso che ci chiede di entrare in quella stanza e di chiudere la porta per vivere meglio l’intimità con la Santissima Trinità.
Nessuno è talmente povero da non avere questa stanza segreta. Nessuno è talmente malato, o così malato, da non avere questo luogo. Siamo noi la stanza segreta dove possiamo sperimentare l’incontro con Dio.
Nel libro dell’Apocalisse c’è scritto che Dio sta alla porta del nostro cuore e bussa, e se gli apriamo, Egli stesso in persona si fermerà con noi, si siederà e cenerà con noi. È il segno della dimora, dell’intimità!
Negli scritti di San Giovanni Apostolo le parole “dimora” e “dimorare” sono importantissime perché indicano lo stare di Dio con e in noi. Indicano la volontà perseverante e tenace del Signore di amarci e di non abbandonarci.
Dio chiese personalmente a Santa Faustina di predicare a tutti la Sua grande Misericordia, il Suo grande amore e di dire soprattutto alle anime putrefatte di ricorrere alla Sua misericordia con fiducia e grande speranza.
E come ci siamo detti nel primo articolo: siamo noi il Monte Tabor dove Gesù si mostra trasfigurato e dove anche noi veniamo trasfigurati dalla Sua presenza.
Non possiamo pregare sempre immersi nei tanti rumori della vita. Non possiamo pregare nel fracasso delle nostre città. Deve arrivare anche il momento in cui prendiamo il coraggio di appartarci. Lasciare il cellulare, spegnere i social ed ogni distrazione, allontanarci dai nostri amici e dalle persone, anche quelle che più amiamo, per qualche ora, ogni giorno, ed entrare in noi stessi. Nel silenzio, per ascoltare la voce di Dio.

Trova un posto tranquillo, che sia anche un angolo della tua casa. E se sei ammalato, va bene anche il tuo letto. Chiudi i tuoi occhi, metti la mano sul tuo cuore e dici a Gesù: “se tu esisti, se tu ci sei, io voglio incontrarti, entra in me”. Raccontagli il tuo amore, esprimi i tuoi dubbi, ogni perplessità, ma parla con Lui digli tutto…
Gesù oltre ad essere Dio è il tuo vero amico, quello che non potrà mai tradirti.
Entra nella stanza segreta e chiedigli aiuto.
“Aiutami ad entrare nella stanza segreta, prendimi per mano, tu sei forte, tu sei l’amore, tu sei la porta di questa stanza, fammi entrare e rimani con me. Parlami!”
ChiediGli di aiutarti a lasciar fuori i rumori sia quelli esterni, che quelli nella tua mente.
Chiedi a Gesù di sgridare gli animali feroci che si annidano nei tuoi pensieri e di permetterti di gustare la Sua pace, nella Sua presenza.
Un consiglio che posso darti è questo: prendi la Bibbia, al centro troverai il libro dei salmi che sono 150 canzoni d’amore. Leggine uno, sottolinea le parole che ti colpiscono di più e chiedi a Gesù di donarti lo Spirito Santo affinché ti faccia capire perché quella parola ti colpisce.
Chiedi a Gesù di cosa hai bisogno veramente. DomandaGli affinché ti illumini già per domani, e non mancare perché Lui non manca mai e non arriva mai in ritardo!
Continuerò a parlarti ancora della preghiera e ti darò altri consigli.

Ricordati che Dio ti ama!

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