La differenza tra preghiere e preghiera

La differenza tra preghiere e preghiera

 

 

È giunto il momento di tracciare una differenza tra “le preghiere” e “la preghiera. Le preghiere sono tutti gli strumenti che hanno la capacità di condurci alla preghiera, che è il vero dialogo e l’incontro con Dio. Esistono tanti tipi di preghiere, ma tutte dovrebbero condurmi alla preghiera per eccellenza che è la condivisione della vita divina e trinitaria. Se non c’è questo desiderio posso recitare anche tante preghiere come un pappagallo, ma resto come un impermeabile sotto la pioggia: tutto mi scivolerà addosso.

Siamo al cospetto di una distinzione tra lo strumento e il contenuto. Le preghiere sono come un’autostrada con tante uscite, se non ho una meta, una città dove arrivare, posso pagare per mesi interrottamente il pedaggio, ma non arriverò ad una meta. E mi può capitare anche di finire la benzina e rimanere fermo, a piedi. Per questo è importante avere una guida spirituale, un sacerdote con il quale potermi confrontare periodicamente e discernere, cioè capire quali possono essere gli strumenti che la Chiesa mi offre per arrivare a vivere al meglio la mia figliolanza divina. Strumenti che mi facciano coscientizzare che sono figlio di Dio, e vivere realmente questa meravigliosa condizione.  Posso, infatti, comprendere con la mia intelligenza che sono figlio di Dio, ma senza lasciar stravolgere la mia vita da questa realtà, oppure lasciarmi toccare nel profondo fino al punto che la mia somiglianza con Dio diventa chiara e visibile a tutti quelli che mi incontrano e frequentano. Essere in una vera condizione di preghiera permette a chi ci incontra  di riconoscere Dio. Chi ci vede, deve vedere Dio: il Suo amore, la Sua bontà e Verità.

Quando chiesero ad una persona di raccontare cosa aveva visto in quel confessionale ad Ars in Francia, da san Giovanni Maria Vianney, rispose: “ho visto Dio in un uomo”. Chi di quelli che incontrate può dire ad altri, “ho visto Dio”?

La preghiera, quando è vera, impregna tutta la nostra persona. I nostri pensieri non possono e non devono più essere “nostri”, ma quelli di Dio. E così anche la fantasia, le parole che usiamo e i consigli che diamo. Se la preghiera è falsa, e cioè quando rimane soltanto una cantilena senza desiderio di unirsi a Dio, e senza sforzo per assomigliare a Dio, anche la persona diventa falsa. Preghiera falsa – persona falsa: le due cose coincidono! E se le mie idee, i miei atteggiamenti, i miei consigli, le mie posizioni politiche ed economiche, le decisioni familiari, le relazioni amorose o di amicizia non sono impregnate di preghiera, e non sono conseguenza della preghiera, ma esprimono una chiara spaccatura, o meglio una netta differenza tra preghiera e vita, è allora che avrò la certezza di essere totalmente ipocrita.

L’unico modo per essere credibili nella preghiera è la nostra somiglianza con Dio. Anche quando commettiamo errori, peccati e cadute varie, se ci rialziamo e continuiamo a camminare e ad avere fiducia in Dio, diventando più umili, facendo esperienza del fallimento precedente, sicuri che la Grazia ci aiuta, possiamo essere certi di essere nelle mani di Dio. E questo è l’atteggiamento tipico dell’uomo in preghiera. È vivere in preghiera. Condizione diversa, invece, rispetto a chi cadendo nel peccato non riesce più a perdonarsi e non crede nella misericordia di Dio e diventa, quindi, un disperato.

La preghiera vera porta con sé dei frutti.

Se mi prendo cura di un albero e lo nutro con un fertilizzante e del concime e i frutti diventeranno più rigogliosi e più buoni, significherà una cosa: che quel concime era buono. Il frutto della nostra preghiera deve essere ciò che è scritto nella lettera ai Galati al capitolo cinque (corri a leggerla!) allora sì che potremmo dire che la preghiera è stata buona.

Ora prova a farti una domanda: mi sai dire quali sono i requisiti del carattere di Gesù? Leggendo il Vangelo, sapresti descrivere la personalità di Gesù?

Bene, dopo aver fatto questo esercizio, fatti una domanda: il tuo carattere è simile a quello che hai visto in Gesù?

Ti do un compito da svolgere: leggi uno dei Vangeli come se fosse la prima volta e leggilo solo per capire la personalità di Gesù. Scopri veramente come si comporta e come agisce con gli uomini, le donne, i bambini, i peccatori, gli anziani, gli ammalati, con i carcerati, gli usurai.  Alla fine ringraziaLo ad alta voce per ciò che scoprirai di Lui e, quindi, di te stesso!

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